Cartellini estintori
Piccolo vademencum per capirci qualcosa.
Tutte le realtà aziendali italiane hanno a che fare con la normativa antincendio. Il decreto ministeriale 10/3/98 del 1998 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (aggiornato con le modifiche apportate, da ultimo, dal D.L. 21 ottobre 2021, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla L. 17 dicembre 2021, n. 215 e dal D.L. 21 marzo 2022, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla L. 20 maggio 2022, n. 51) prevede infatti che nei luoghi di lavoro siano attuati criteri di progettazione, realizzazione ed esercizio della Sicurezza Antincendio.
I casi che vogliamo affrontare, in modo sommario, si riferiscono a realtà commerciali cosidette a basso rischio incendio ma per le quali sono lo stesso previste norme e dotazioni specifiche. Sono considerati a “basso rischio incendio” (allegato I del D.M. 3/9/21) quei luoghi di lavoro aventi contemporaneamente verificati tutti i seguenti requisiti:
• affollamento complessivo minore o uguale a 100 occupanti (comprendono tutte le persone a qualsiasi titolo presenti sul luogo di lavoro);
• superficie lorda dei locali minore o uguale a 1000 m2;
• piani del luogo di lavoro compresi tra -5 m e 24 m di quota;
• non devono essere presenti o trattati materiali combustibili in quantità
maggiori rispetto a 900 MJ/m2;
• non devono essere presenti o trattate sostanze o miscele pericolose in quantità significative;
• non devono essere effettuate lavorazioni pericolose ai fini dell’incendio.
Le classi di incendio
Esistono di base 4 classificazioni di incendio: incendi di classe A (incendi di materiali solidi, usualmente di natura organica, che portano alla formazione di braci incendi di classe B (incendi di materiali liquidi o solidi liquefacibili, quali petrolio, paraffina, vernici, oli, grassi, ecc.) incendi di classe C (incendi di gas; – incendi di classe D: incendi di sostanze metalliche. Tralasciando l’analisi di quest’ultimi il cui spegnimento richiede personale particolarmente addestrato e polveri speciali per gli incendi di classe A, l’acqua, la schiuma e la polvere sono le sostanze estinguenti più comunemente utilizzate. Per gli incendi di classe B invece gli estinguenti più comunemente utilizzati sono costituiti da schiuma, polvere e anidride carbonica.
I dispositivi di spegnimento e i loro accessori (etichette e cartellini)
Gli estintori
Sempre riferendoci a luoghi di lavoro con basso rischio incendio, esistono 2 tipi di estintori
Gli estintori a polvere
L’estintore a polvere si compone di un involucro in lamiera d’acciaio ed è pressurizzato con gas inerte o con aria deumidificata a circa 14 bar, che contiene come estinguente polvere chimica, costituita soprattutto da composti salini, come bicarbonato di potassio, per polveri bivalenti classe d’incendio B, C.
Contiene anche solfati di ammonio e fosfato manoammonico, per polveri trivalenti classi di incendio A, B, C. Inoltre addittivato con altre sostanze che trasmettono proprietà di fluidità, resistenza all’umidità, idrorepellenza.
Gli estintori a polvere agiscono per soffocamento, in quanto l’estinguente si deposita sulle parti incendiate isolando il combustibile e il comburente, ed anche per reazione chimica con le sostanze del focolaio, provocando la produzione di anidride carbonica in grado di sostituirsi all’ossigeno presente nell’aria e impedendo così l’alimentazione della fiamma. Gli estintori a polvere possono essere utilizzati per spegnere qualsiasi tipo di incendio e sono adatti per domare fuochi formatosi da materiali liquidi, ma anche solidi, gassosi e anche da apparecchi elettrici. L’estintore a polvere è costituito da composti salini in grado di soffocare rapidamente l’incendio. E’ quello più usato grazie alla sua universalità e versatilità. Può essere applicato su impianti elettrici sotto tensione, liquidi infiammabili e materiali come legno, tessuti, carta, plastica, etc.
L’estintore è composto da:
– Serbatoio: atto a contenere l’estinguente e/o il propellente;
– Valvola: per intercettare e regolare il flusso dell’estinguente;
– Manichetta: tubo flessibile per indirizzare il flusso dell’estinguente (può mancare negli estintori di piccola taglia).
Gli estintori a polvere possono essere utilizzati su alcuni materiali ma evitati su altri.
Quelli sui quali è possibile utilizzarli sono:
• quadri elettrici fino a 1000 V
• materiale di classe A (legno, materie plastiche, carta, tessuti e sostanze di sintesi)
• liquidi infiammabili (gasolio, alcool, benzine e non solo)
• materiali di classe D (tra cui sodio, potassio, alluminio e magnese) solo con polveri speciali
È bene sapere che l’estintore a polvere si scarica in 8/15 secondi ed opera ad una distanza tra 1 e 2,5 metri.
Gli estintori ad Anidride Carbonica (Co2)
Gli estintori a CO2 contengono come agente estinguente una sostanza composta da carbonio e ossigeno, l’anidride carbonica. E’ un gas inerte, capace di ridurre la concentrazione dell’ossigeno nell’aria al di sotto del limite utile per provocare la combustione. Non è tossico e non è corrosivo, normalmente non reagisce chimicamente con altre sostanze, è dielettrico e non lascia residui.
L’anidride carbonica è utilizzata principalmente per fuochi di classe B, C (liquidi e gas infiammabili) ed anche per apparecchiature elettriche sotto tensione. Gli estintori ad anidride carbonica agiscono per raffreddamento, dal passaggio dallo stato liquido a vapore dell’agente estinguente viene assorbito calore dall’esterno abbassandone la temperatura, ed anche per soffocamento, riducendo la percentuale di ossigeno nell’aria.
Le etichette adesive
L’azienda fornitrice dei dispositivi di spegnimento incendi fornisce estintori già provvisti di etichette adesive attaccate sul corpo appunto dell’estintore. Sono realizzate in pvc adesivo bianco e sono personalizzabili con loghi e indirizzi dell’azienda fornitrice.
La loro grafica generalmente contiene:
In alto: 1) la dicitura “estintore”; 2) il tipo di estintore e la sua carica nominale (ex.: “6 Kg polvere ABC”);3) il codice indicativo della capacità di spegnimento (ex.: “34A 233B C”).
La parte subito sottostante, consta di:
1) istruzioni d’uso per esteso e con pittogrammi di riferimento;
2) pittogrammi delle classi di fuoco su cui l’estintore può essere utilizzato. La terza parte dell’etichetta consta delle limitazioni e dei pericoli d’uso con particolare riferimento alla tossicità e alle apparecchiature sotto tensione elettrica (ex.: “utilizzabile su apparecchi in tensione dopo utilizzazione in locali chiusi areare”).
Subito sotto, la quarta parte dell’etichetta, che consta di:
1) diciture relative all’esercizio e alla manutenzione, all’identificazione dell’agente estinguente e alla concentrazione degli additivi per gli agenti a base d’acqua (ex.: “ricaricare dopo l’uso anche parziale”, “verificare periodicamente ogni 6 mesi”, “6 Kg polvere ABC – azoto”);
2) riferimenti al modello e all’omologazione (ex.: “codice identificazione costruttore 100”, “approvazione ministero dell’interno n° NS 1346/4115/3 Sott. 112 del 19/03/2001”);
3) temperature limite d’uso (ex.: “temperature limiti di utilizzazione -20C° +60C°”).
Infine, l’ultima parte dell’etichetta consta del nome e dell’indirizzo del costruttore dell’estintore. Sono disponibili anche:
etichette adesive collaudo manichette;
etichette adesive manutenzione porte uscite di sicurezza;
I cartellini estintore
Siamo abituati a vedere ogni estintore provvisto di un cartellino provvisto di foro tenuto al corpo dell’estintore con un laccio. Quali informazioni deve riportare?
la tipologia di estintore;
il numero di matricola (o estremi di identificazione) dell’estintore;
la ragione sociale o indirizzo (o altri dati identificativi) del manutentore;
il codice del costruttore;
l’anno di costruzione;
la massa lorda e la carica effettiva;
il nome del cliente;
la data dell’ultimo intervento;
la firma leggibile del manutentore.
Realizziamo la grafica con template che si basano su normative aggiornate di continuo
Il cartellino estintore è obbligatorio e permette di tenere traccia della “vita” dell’estintore che, lo ricordiamo, deve essere sempre tenuto con cura: la manutenzione degli estintori e di tutti gli impianti antincendio è obbligatoria ed è la legge a stabilirne la frequenza minima da rispettare. E’ una ditta esterna specializzata a dover effettuare tutte le operazioni (tranne la fase di sorveglianza a cadenza mensile, nella quale è un incaricato interno all’azienda a verificare lo stato dei dispositivi e l’assenza di eventuali ostacoli al loro raggiungimento).Il cartellino dunque consente di identificare l’estintore, la manichetta o l’idrante, e di attestarne le varie fasi di manutenzione quali il controllo, la revisione, il collaudo e la manutenzione straordinaria.
Tutto ciò che viene eseguito durante la manutenzione degli estintori deve essere riportata su un apposito registro e sul cartellino stesso del dispositivo.
Il cartellino è stampato su carta sintetica le cui caratteristiche sono le seguenti: 100% riciclabile, impermeabile, tree-free, resistente all’umidità e alle sostanze chimiche. Trova uso in particolare per la produzione di cartellini estintore in quanto nonostante sia un PVC, è scrivibile e stampabile, caratteristiche fondamentali per annotare date di revisione e scadenze.
I nostri cartellini estintore sono disponibili in due diverse grammature di carta sintetica:
115 gr. e 200 gr.
nelle seguenti dimensioni:
75×160 mm – stampabili fronte retro – foro da 5mm.
99×210 mm – stampabili fronte retro – foro da 5mm.
fonte: www.vigilfuoco.it